La montagna teramana, in tutta
la sua estensione, dagli sconfinati pianori della Laga,
alle profonde balze del Gran Sasso, alle elevate
colline delle Valli del Vomano, Fino e Piomba, è
caratterizzata da una gran quantità di piccoli nuclei
abitativi formati di poche case strette tra di loro, posti
in siti per quanto possibile difendibili, su colline, tra
torrenti, o muniti addirittura di mura e chiusi da robuste
porte. Sono i borghi medievali, sortii intorno all’anno
mille e secoli successivi. Sulla campagna circostante o nei
pressi dei boschi, dei prati pascoli e dei piccoli fondi
agricoli, dove gli abitanti dei borghi svolgevano
giornalmente le loro attività lavorative, sorgevano ricoveri
di varia natura:
grotte naturali,
rudimentali costruzioni in pietra ad uso pastorale (
le caciare
), piccole abitazioni costruite con assi e pali di
legno, canne e paglia, coperte con frasche e paglia chiamate
(pajare),
(le
pincjare), utilizzati per
la rimessa degli attrezzi e per abitarci nei periodi di
massimo lavoro. Un modello abitativo che si sviluppava
su tre aree:
aree di
fondovalle, caratterizzate da centri abitati veri e
propri, dove venivano svolte le attività sociali,
amministrative, di commercio e di scambio;- aree di
mezzacosta, dove si trovano boschi a
ceduo,abitazioni e ricoveri per bestiame, comunicandi
con il fondo valle e con le aree di alta montagna;- aree di alta montagna,
dove al bosco si sostituiscono i prati pascoli d’alta
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