Cermignano si
eleva su un colle, quota 563, che domina a sud la valle
del Vomano nell'antico territorio dei Sabini adriatici e
della successiva colonia romana di Hatria.
La località
archeologica più importante di Cermignano è quella di
Monte Giove dove è probabilmente riconoscibile un
centro fortificato (ocri) dei Sabini con un'area
cultuale interna che ha restituito una figura femminile in
lamina d'argento (cm.14) di età tardo-orientalizzante
(fine VII ed inizi del VI secolo a.C.). Successivamente,
in età repubblicana, l'area cultuale fu trasformata in un
grande santuario d'altura, il più grande del territorio
dei Sabini adriatici, dedicato a Ioue (Giove). Le
vecchie ricerche del Barnabei nel 1887 (Not. Sc.,
1888, 291-292) e scavi della Scrinari del 1974, hanno
permesso di ricostruire l'esistenza di un edificio
templare a più ambienti con abitato vicino utilizzato fino
al tardo impero, abitato che ha restituito pavimenti a
mosaico. Fra i materiali rinvenuti, oltre la laminetta in
argento, si segnalano un bronzetto raffigurante Giove
nell'atto di scagliare dei fulmini,altri tre bronzetti,
un'antefissa a forma di testa muliebre e frammenti di una
statuetta fittile, ora perduti. Allo stesso santuario si
devono attribuire le iscrizioni presenti nel fondo
Saputelli e nella chiesa di S. Salvatore: la prima è
riferibile ad una base votiva, mentre la seconda è una
dedica del console romano dell' 11 a.C., Paolo Fabio
Massimo, pontefice e patrone della colonia di Hatria.
Alla strada interna Roma, Teramo, Penne deve
riferirsi il cippo miliario rinvenuto dal Barnabei sul
Monte Giove con indicazione di 125 miglia da Roma: (milia)
p(assuum) CXXV.
Altre località
che hanno restituito materiali di età romana riferibili a
ville rustiche sono quelle di: Colle con resti di una
macina per il grano; Saputelli con materiale ceramico
superficiale; Villa Carbone con resti di tre vasche
circolari in pozzolana durissima.
In età
altomedievale il sito di Cermignano era probabilmente
occupato da una delle tante |
“cellae et cappellae" della
vicina curtis vulturnense di Sancta Maria de
Musiano di Cellino Attanasio (Chron. Vult., I,
276) e non è improbabile che nelle vicinanze dell'attuale
paese sia esistita una villa rustica tardoromana
appartenuta ad un Germanianus, dal cui nome ha
avuto origine l'attuale nome prediale di Cermignano. Solo
in età normanna, nel 1150-1167, si hanno le prime notizie
relative agli incastellamenti dell'area con la citazione
di castella della Contea di Penne, dei feudatari e del
valore del feudo relativo: Cermaniani era feudo di
un milite (circa 130 abitanti) tenuto da Folgerio de
Scarrino e Cono Guictoni per conto del Conte Roberto di
Aprutio; Montem Gualtieri era feudo di un milite e
mezzo (c. 195 ab.) dei fratelli Burrello e Roberto di
Cellino; Podium de La Rosa era feudo di un milite
(c. 130 ab.) tenuto da Guglielmo Scarano per conto di
Burrello e Roberto di Cellino. Degli stessi abbiamo
successiva notizia nel Diploma di Carlo I d'Angiò del
1273: Mons Gualtieri. podi um de Rosis. Cernumanum
(Far., 77). Di questi castelli rimane ben poco a
Poggio delle Rose dove appena si riconosce l'impianto
del primitivo castello, probabilmente una
torre-cintata,
ma è ancora ben visibile quello di Montegualtieri,
posto a quota 260, su un colle che domina il percorso del
fiume Vomano. Sul luogo si riconoscono due fasi del
processo di incastellamento dell'abitato: la prima, dell'XI-XII
secolo, è ancora individuabile sulla sommità con struttura
apicale a piccolo recinto in opera incerta medievale di
pietra arenaria con vecchia torre-mastio a pianta
quadrata, ora fortemente mozzata, sull'angolo est; la
seconda, del XIV-XV secolo, con recinto di "case-mura" con
base scarpata sul pendio e raccordato con il primo nucleo.
AI XIII secolo con interventi nel XV, è databile invece la
Torre
a pianta triangolare, posta sulla parte alta del
recinto del primitivo incastellamento, recinto
fortemente scarpato nel XV secolo. Essa è alta circa
18 metri ed è costituita da murature in opera incerta di
arenaria locale; feritoie ("arciere") su tre livelli |
|
diversi e ingresso che si apre sul lato ovest.
AI XV secolo sono attribuibili sia i contrafforti
verticali che l'apparato a sporgere, con dieci esili
beccatelli per ogni lato collegati da archetti a sesto
ribassato e sovrastanti merli ghibellini.
Dell'impianto di difesa
di Cermignano rimane invece poco, se non al solo
livello di lettura urbanistica. Del paese abbiamo,
come già detto, attestazioni in età normanna ed
angioina, mentre al trecento si deve l'acquisizione da
parte degli Acquaviva. Successivamente il feudo passò
agli Scorrano che già lo avevano posseduto in età
normanna. Nel 1548 Cermignano, insieme a
Montegualtieri, era feudo dei De Sterlich che nel 1706
assunsero, per riconoscimento regio, il titolo di
Marchesi di Cermignano.
Ben
evidente è la parrocchiale chiesa di S.
Lucia con la sua imponente cupola a tamburo
esagonale e il campanile che si richiama a quelli
delle cattedrali di Teramo ed Atri. L'attuale forma
architettonica si deve ad un rifacimento
settecentesco, probabilmente dovuto ai De Sterlich, ma
la chiesa è probabilmente di impianto medievale.
Nell'interno si conservano: nel presbiterio e bracci
del transetto, tele settecentesche di Giuseppe
Prepositi e di altri artisti locali: nella sacrestia
una copia del famoso "Compianto su Cristo
Morto" del Van Dyck. Ai margini dell'abitato è invece
la chiesa di
S. Eustachio, datata sul
portaletto 1678, a navata unica ed appartenente al
convento dei Cappuccini. Nell'interno un bel altare
barocco, in noce intagliata con monogramma dei
Gesuiti, con vicine tre tele di Giuseppe Farelli
(1624-1701); le altre tele presenti sono del XVII
secolo ed attribuibili ad autori locali. |
|