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  Comune di Castellalto
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Il paese di Castellalto sorge su un colle, quota 477, che si erge sul versante sud della valle del Tordino, entro il territorio antico dei Praetuttii e del municipio romano di Interamnia Praetuttiorum.

In età preistorica è presente una probabile stazione nell'area compresa fra Castellalto e Canzano con il ritrovamento di punte di freccia in selce; non si conoscono invece insediamenti dell' età italica, data la mancanza di ricerche mirate.

In età romana si hanno testimonianze di ville rustiche nelle località: collina posta a nord del Cimitero di Castelbasso con frammenti di tegole e puntale di anfora vinaria; Cesolinio con una cisterna circolare (m. 12 diam.) in opera cementizia e frammenti di murature; Colle S Pietro, presso il cimitero a Villa Zaccheo, con una villa rustica di età imperiale romana di cui rimane una grande cisterna con due ambienti sotterranei comunicanti ed area di frammenti fittili di ceramica comune ed anfore vinarie e tegole con un bollo Q(uintus) C/audius Commodus.

Nella successiva età medievale abbiamo una presenza di monaci benedettini lungo la valle del Tordino il località Laurerio, posta vicino a Villa Torre, con la chiesa di S. Petri ad Leporerium: della chiesa benedettina sappiamo solo che venne abbandonata nel secolo XIV (mon.Ben., 56).

In età normanna, nel  1150-1167, sappiamo che Trasmondo Castelli

aveva nella Contea Aprutina i castelli di Castellum vetulum (odierno   Castellalto) feudo di tre militi (circa 380 abitanti), Turrem (Villa Torre) feudo di due militi (e 260 ab); mentre Borello e Roberto di Cellino vi avevano il castello di Montem Sancti Angeli, feudo di un milite e mezzo (S. Angelo di Castellalto) (Cata/. Bar., 1074, 1076). Altro incastellamento era quello di Castelbasso citato come Castrum vetus monaciscum possesso dei monaci di S. Clemente a Casauria e del loro monastero sul Vomano. I centri incastellati di Castellalto e Castelbasso vengono poi citati nel Diploma di Carlo I d'Angiò del 1273 come Castrum vetus Trasmundi e Castrum vetus monaciscum (Far., 75, 76). A sua volta Castelbasso passa, nel tardo quattrocento, dai monaci di S. Clemente a Casauria agli Acquaviva: abbiamo infatti un documento del 1481 in cui il re Ferrante d'Aragona concede ad Andrea Matteo Il d'Acquaviva il privilegio della baronia di Atri, nella quale è compreso l'attuale Castelbasso detto Monacisco. Successivamente, nel 1592, Castelbasso risulta essere in possesso dei signori Valigiani di Chieti a cui era stato venduto in precedenza dagli Acquaviva.

Castelbasso conserva gran parte della recinzione muraria del XV secolo, fortemente scarpata con torrione angolare pentagonale (mastio) sul Iato nord e due porte sui versanti est ed ovest: ben conservata è la porta est o "Fonte della Porta" (datata 1467), inserita in una torre-rompitratta ad "U" dotata di apparato a sporgere.


Sull'angolo nord/ovest sono gli.indizi di una antica torre-mastio a pianta rettangolare, ora demolita, di probabile età normanna. Nell'interno si notano suggestivi scorci urbani con edifici rinascimentali come nel "largo della Marchesa" il palazzetto Costantini Canerini del tardo secolo XVI. AI centro dell'abitato è la suggestiva chiesa dei S.S. Pietro e Andrea, creata nel 1338 dai monaci di S. Clemente a Casauria, ma con pesanti rimaneggiamenti in età successive. La facciata rettangolare presenta un prezioso portale trecentesco sovrastato dall'opera scultorea della "Vergine col Bambino".

Nell'interno, a tre navate su archi a tutto sesto, sono: una fonte battesimale del cinquecento, un reliquiario in legno dorato e dipinto; alcune tele del XVII e XVIII secolo. Castellalto presenta tracce della recinzione del borgo fortificato rinascimentale ed una porta d'ingresso ad arco a tutto sesto, con apparato a sporgere ornato da beccatelli ed archetti, fortemente rimaneggiata nel primo novecento. Nell'interno del centro storico è la chiesa di S. Gervasio dotata di un bel portale rinascimentale.

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