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Flora e fauna

 

Il territorio della Comunità Montana del Gran Sasso è circondato come un anfiteatro dalla catena del Gran Sasso d’Italia (il Fiscellus mons dei Romani).
Non a caso esso è inserito nel territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
A ovest del capoluogo si erge la maestosa vetta del Monte Camicia mt. 2564 s.l.m. dove è possibile trovare fossili come ammoniti e rynchonelle, che testimoniano l’origine marina del massiccio, quando, 220 milioni di anni fa, iniziò ad emergere dal mare della Tetide, spinto dalle inimmaginabili pressioni esercitate dai continenti, che poi in seguito avremmo chiamato Europa ed Africa.

Sui versanti della catena, vegetano foreste verdissime di latifoglie, composte in genere da faggi, che si estendono nella fascia compresa tra i 1000 e 1750 metri di quota, carpini neri, roverelle, tassi, ornelli, querce e altre specie. Tra gli alberi secolari, il più rinomato è “L’Acerone”, un grosso acero che raggiunge alcune decine di metri di altezza, con un diametro nella cui cavità entrano fino a 12 persone.


La stagione migliore per organizzare trekking attraverso questi splendidi territori è ovviamente la primavera quando si possono osservare le orchidee selvatiche che insieme alla stella alpina presente sulle alte creste, rappresentano un’inestimabile ricchezza di specie floreale.

La fauna è molto interessante: è stato reintrodotto qualche anno fa il Camoscio d’Abruzzo, con ottimi esiti. L’ultimo esemplare della popolazione residente fu ucciso proprio sul monte Camicia nel 1892 dai Farindolesi, come ci informa il naturalista Corrado Lopez.
Il Camoscio d’Abruzzo si distingue dal Camoscio Alpino e dalle altre sottospecie presenti in Europa, per la differente pezzatura del mantello, per questo motivo è stato riconosciuto come “il più bello del mondo”. Il mantello si presenta chiaro in estate e marrone scuro in inverno con zone bianche-giallastre sulla gola, sulla testa, sui quarti posteriori e sul collo sino alle spalle, dove è attraversato da una banda nera che si spinge fino a gli arti inferiori.
E’ presente anche il Lupo, con diversi esemplari. Il Parco inoltre sta curando anche la reintroduzione di ungulati come il cervo e il capriolo.

E’ suggestivo vedere, in particolare nelle zone rocciose, il regale volo dell’Aquila reale e del Picchio muraiolo.
 

 

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