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  Sediari e Arcari della Valle Siciliana
Documentario di Giuliano Di Gaetano

Il Sediaro

C'è ancora qualche sopravvissuto in questa particolare attività artigianale, tradizione remotissima nella civiltà degli scambi per i valichi di montagna, dove abbonda il legno delle faggete. Lavorano sedie, madìe, preselette; un tempo anche le cunnele, dalle linee rudimentali, tenere nelle due mezzelune di sponde. E' un'immagine che presto diverrà un'arcaica filigrana nel controluce di un tempo andato, se non si provvederà, ed è già tardi, a consegnare ai giovani la cultura e la preziosità di questo tipico artigianato della nostra montagna.
In questa bottega di S. Pietro di Isola dei Gran Sasso, pioli, tasselli, staielle, affummicati alle gole dei camini, attenti al punto giusto, né troppo perché spaccano, nè poco perché smorfìano, l'ultimo madiaro-sediaro: vengono geroglificate a fuoco sia le sedie che le arche.
Queste ultime, nel tempo passato, una volta vetuste da buttar via, venivano bruciate in silenzio, recitando il S. Rosario.
Senza colori, i manufatti portano la sola venatura dei faggio, durace e calda come pelle cotta al sole.


Il Vollaro

Il vollaro, da volla, paglia d 'acquitrino essiccata al sole, ritesse sedie spagliate e ricopre i telai delle nuove.
Il tempo richiesto per il manufatto varia con la tramatura il rilievo ed il disegno. Quello a strapizzo, cioè a quattro quadranti, in diagonale, è il più laborioso con la resa minore dovuta allo scarto della paglia ed è tessuto dal centro verso il telaio; quello ad una sola campata, più semplice, si lavora in senso longitudinale dai pioli laterali e consente più spedítezza e compattezza.
Un tempo mestiere assai diffuso, è legato ormai alla lavorazione delle sedie in faggio nostrano.

(tratto dal Calendario sui Mestieri prodotto dalla Comunità Montana del Gran Sasso)  il testo è di Luciano Ricci.

 
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