Comune
fra i più importanti del comprensorio, Torricella Sicura
risulta essere di grande interesse storico e , in senso
più lato culturale, soprattutto dopo la recentissima
pubblicazione (1989) del volume del professor Gabriele Di
Cesare, che ne fornisce una storia ampia e compiuta.
Come
alcuni secoli fa, Torricella appare ancora oggi divisa in
4 piccoli borghi (T. Oscura, T.
Scarpone, T. Romana e
Colle della Pera); fu denominata “T. Sicura” nel 1863.
Il centro
si trova sulla direttrice Teramo – Rocca S. Maria - Bosco
Maltese: un percorso panoramicamente stupendo, carico
(come scrive il Di Cesare) di fascino e di mistero,
compiendo il quale tornano alla mente i nomi di
antichissime città – fantasma (Beretra e Fano), di ricchi
e terribili feudatari ( I Morricone, I Rattieri, I Tizzano),
di ben dotati conventi ( S. Giovanni a Scorzone), di
vescovi – conti , di fortezze e muraglie (dei saraceni e
di monte Fano), di briganti e di borboni.
Ma la storia e il fascino di Torricella Sicura sono legati
altresì alle sue frazioni, con le numerosissime località
abitate: Ioannella (con Poggio Valle, Pastignano, Popolo e
Valle Piola), S. Stefano (con Abetemozzo, Borgonovo,
Poggio Rattieri, Corvacchiano, Faognano, Ginepri, Magliano,
Magliano da Capo, Magliano da Piedi, Ricci, San Felice),
la stessa Torricella Sicura
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(con
Piano Grande, Antanemuccio, Fornaci, Morricone, Progetto,
S. Pietro, Costumi, Sciarra, Tizzano, Tofo): come pure ha
scritto il Di Cesare, ognuno di queste località, di cui
alcune risalenti ad epoche arcaiche, meriterebbe una sua
storia a parte.
E’ perciò
difficile delineare in breve spazio una serie di
avvenimenti e di realtà culturali tanto ricchi, a partire
fin dalla più remota antichità: possiamo qui dire (come
scrive il Di Cesare) che Torricella capoluogo ha avuto
quasi sicura origine nel periodo cosiddetto delle
“incastellazioni” e quindi, intorno al IX e X secolo,
dovette essere un borgo fortificato.
Nel
periodo normanno i documenti menzionano “Turricella” come
“villa” di Teramo: via nel tempo il borgo acquisterà una
sua importanza, tanto da erigersi – nel secolo XVII – ad
“Università” autonoma da quella di Teramo.
In ogni caso si trattava di una Università relativamente
popolata: contava infatti 20 fuochi ( nuclei familiari di
4 – 5 unità) nel 1648, 45 fuochi nel 1669 e 44 fuochi nel
1736.
Nel 1813 Torricella contava 1548 abitanti ma solo per il
fatto che le erano state annesse alcune piccole Università
e Feudi della zona, che – in quanto di minuscola entità –
erano stati aboliti.
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Con l’Unità d’Italia, Torricella, pur restando com’è
tuttora Comune autonomo, perderà – nel generale
riequilibrio – tante sue peculiarità, che vanno
rivisitate, rilette con molta attenzione, non soltanto
sulle pagine dei libri ma anche - come scrive il Di
Cesare – con una visione, un’analisi diretta.
A
cominciare dagli edifici sacri, numerosissimi nel
territorio comunale, e interessanti, a partire da
quelli del capoluogo: l’antichissima
San Paolo,
ricordata già in un documento papale del 1153, con
alcune opere d’arte di pregio: la diruta San Damiano;
Santa Maria delle Vergini, all’ingresso del paese e
recentemente restaurata; la chiesa di S. Pietro ad
Azzano, che fu ricca abbadia benedettina dipendente da
Farfa, con un bel portale romanico; la chiesa di Santa
Maria Assunta di Ioannella, ricordata già nel 1289,
ricca di pregevoli quadri;
San Bartolomeo di Villa
Popolo, con il soffitto decorato da un ignoto pittore
spagnolo nel 1684, con oltre 100 dipinti, vero
gioiello d’arte. |
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