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  Comune di Notaresco
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Notaresco è posta su una collina, a quota 250, che domina da nord la valle del Vomano nell'antico territorio dei Praetuttii e successivo municipio romano di Interamnia Praetuttiorum.

Le prime testimonianze risalgono all'Eneolitico-Bronzo antico con il ritrovamento di diverse punte di freccia provenienti dal terrazzo fluviale del Vomano. Nella frazione di Capracchia sono segnalate tracce di una necropoli e di un vicino abitato che ha restituito materiale ceramico ad impasto con decorazioni plastiche sulla superficie databile fra l'VIII e il VI secolo a.C. Lungo la valle del Vomano, il località Guardia Vomano, è da localizzare una necropoli dell'età del ferro dato il ritrovamento di una spada in bronzo a lingua da presa del "tipo Temi" con fodero di bronzo "tipo Villa Vomano", databile all'VIII secolo a.C. (ora al Museo di Chieti).

Nella successiva età romana le nostre conoscenze aumentano con una serie numerosa di insediamenti, prevalentemente riferibili a ville rustiche di età imperiale con continuità di vita fino al tardo impero ed oltre, anche nell'alto-medioevo: quelli in località Vigne e Colle Montarone di Guardia al Vomano che hanno restituito frammenti di pavimenti in cocciopesto, tegolame e ceramica romana ed alto-medievale; quello della località S. Antonio-Case Marenotta con materiale ceramico di età imperiale romana. Ad una grande villa di pianura, legato ad attività produttive di tipo artigianale agricolo­-artigianali (produzione di ceramica), sono riferibili i resti ancora visibili lungo la strada che unisce Guardia a S. Clememte al Vomano. La villa era dotata di una fornace e di una cisterna: dai ritrovamenti di materiali ceramici si è potuto accertare che la villa era nota in età tardo­repubblicana (I secolo a.C) ed era stato abitata almeno fino allV secolo d.C.

A queste ville rustiche romane era legata la necropoli di tombe a cassone venuta alla luce nella zona sud del Convento di Propezzano, mentre sul luogo, o nelle immediate vicinanze, dell'incastellamento medievale di Guardia Vomano è da posizionare un'altra villa rustica dato il ritrovamento di una moneta di bronzo di Caligola e una tavola bronzea con iscrizione giuridica (CIL IX, 5143), ora dispersa. In età tardo-antica, nel sito di Guardia, era forse presente un presidio ostrogoto a controllo della 

strada di fondovalle del Vomano: infatti il nome medievale Guardia deriva dal goto wardja = "guardiano".
Questa presenza è confermata dal ritrovamento, nel 1930, di una tomba barbarica gota del VI secolo d.C. in contrada Veniglia, tomba che ha restituito una fibula in bronzo dorato decorata da due granate incastonate.

All'inizio dell'alto-medioevo, nel VII secolo d.C, è da assegnare la necropoli goto-bizantina della contrada S. Lucia con tombe a cappuccina, in parte distrutte dai lavori agricoli, che hanno restituito due corredi femminili (due spilloni in oro, due coppie di orecchini d'argento, un pendaglietto figurato in vetro, elementi in pasta vitreo ed ombra di una collana, frammenti di una bottiglia in vetro) con caratteri "mediterranei" (ora al Museo di Grecchio – CH).

Dopo la conquista del Ducato di Spoleto da parte dei Franchi, nel IX secolo d.C. abbiamo la presenza nel territorio di Notaresco dei primi insediamenti stabili monastici di cui rimane esempio visibile nella chiesa di S. Clemente al Vomano a cui in origine era affiancato il monastero fondato nell'874 d.C. da Ermenegarda, madre di Ludovico II. S. Clementis in Gomano compare sin dalle origini come dipendenza di S. Clemente a Casauria (Chron. Casaur., Addit., col. 1007), viene riconfermata nel 1137 e nel XV secolo viene data in Commenta all'Abate di Casauria. L'attuale chiesa si presenta nella sua fase romanica del 1108 con impianto di tipo basilicare a tre navate terminanti in tre absidi semicircolari senza transetto e presbiterio sopraelevato con sottostante cripta. Sulla facciata il sobrio portale architravato decorato da girali vegetali di gusto classico. Nell'interno, oltre a materiali antichi riutilizzati nelle colonne ed in una monofora murata, è visibile il bellissimo Ciborio, uno dei più antichi d'Abruzzo (metà del XII secolo), opera di Ruggero e Roberto, a pianta quadrata sostenuto da quattro colonnine in calcare è copertura a doppio tamburo intagliato terminante con una piramide ottagonale decorata da quattro grifoni alati; di gusto orientaleggiante il sottostante altare decorato da un agnello mistico. Dei numerosi affreschi che decoravano le pareti rimane ben poco ad esclusione di un frammento del XIII secolo e quello dell'edicola del XIV.


Di Notaresco e la sottostante Guardia al Vomano, si ha notizia in età normanna, nel 1150-1167, come castello della Contea di Apruzio: Lotarescum feudo di due militi (circa 260 abitanti) di Burrello e Roberto di Cellino; Guardiam feudo di due militi dell'Abate Oderisio di S. Clemente in Casauria (Catal.Bar, 1076,1217).  Nella successiva età angioina nel Diploma di Carlo I d'Angiò del 1273 troviamo la citazione di Guardia Cumani (Far.,78). Nel 1308, Notaresco, con la sottostante Guardia, entra nei possessi di Francesco d'Acquaviva, mentre successivamente, nel 1676, è di proprietà del barone Francesco Coletti; con il 1757 Notaresco, con la fine dello stato di Atri, viene devoluto alla Regia Corte.

Dei vecchi incastellamenti medievali citati rimangono poche tracce soprattutto a Guardia al Vomano, quota 187, con cinta muraria con base scarpata del XV-XVI secolo, cinta dovuta agli Acquaviva. Dell'abitato di Notaresco rimane l'impianto del borgo rinascimentale circondato da "case-mura" che conservano le strutture del XVI-XVII secolo. Nell'interno, oltre a pregevoli edifici ottocenteschi con portali, sono le chiese di S. Pietro e Andrea e S. Rocco: quella di S. Pietro e Andrea' contiene al suo interno tele del tardo settecento e un bel tabernacolo in legno dorato del seicento; quella di S. Rocco, interamente ricostruita, presenta una bella Madonna in terracotta del seicento ed una tela del tardo XVII secolo.

Nel cuore del Centro Storico di Notaresco, nel "Palazzo Romualdi" (sec XVII-XIX) possiamo visitare il Museo Civico, contenente importantissimi reperti archeologici del periodo neolitico, italico e romano. Si possono ammirare ceramiche, utensili, selci, coppe, vasi, anfore e oggettistica varia (aghi, stili, spille, fibule, pendagli, ecc.) di notevole interesse storico. Il Museo è molto interessante sia da punto di vista architettonico sia per la qualità degli allestimenti interni.

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