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  Castiglione Messer Raimondo
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Il paese di Castiglione Messer Raimondo sorge a quota 306 su uno stretto colle che domina da sud­-ovest il corso del fiume Fino, nell'antico territorio dei Vestini e del successivo municipio vestino di Pinna.

Le testimonianze più antiche risalgono all'età preistorica con il ritrovamento di raschiatoi e diverse punte di frecce in selce nella località Colle S.Giorgio, quota 562 a sud del paese. Successivamente, dal bronzo finale alla seconda età del ferro, sullo stesso colle è attestata una necropoli testimoniata da rinvenimenti fortuiti di tre cuspidi di freccia a peduncolo e un coltellino in selce ed altri materiali in bronzo: punte di lancia, una fibula ad arco semicircolare ed una a navicella, un'armilla e una coppa di bronzo. Altre necropoli dell'età del ferro sono segnalate: nella località Piane di Castiglione con inumazione di un bambino di V secolo a.C. dotata di un numeroso corredo ora conservato nello Collezione Leopardi di Penne; nel territorio di Apignano con sepoltura femminile di VI secolo a.C. dotata di materiali bronzei, ora dispersi. Data la presenza delle necropoli italiche e l'orografia dei successivi incastellamenti medievali, è probabile che sui siti degli abitati di Castiglione ed Apignano siano riconoscibili dei centri fortificati italici.

Nella successiva età italico-romana sul Colle di S. Giorgio è attestata la presenza di un edificio templare databile al II secolo a.C. che ha restituito numerose terracotte architettoniche che ornavano la struttura lignea di copertura del tempio e frammenti di figure che decoravano il frontone: attualmente il materiale è conservato nel museo di Chieti dove è possibile vedere il frontone ricostruito. Delle strutture murarie del tempio è ora impossibile leggere la pianta data la presenza delle sovrastrutture murarie di una chiesa romanica, ora diruta, citata nel giugno del 982 fra i possessi di Montecassino come curtis di "sancti Georgii de Colline..., in comitatu vero Pennensi" (Chron.Casin., Il, 8, 11). Nelle vicinanze del tempio furono rinvenuti nel 1901 materiali della stipe votiva del tempio (piede in ceramica e moneta romana della serie prorata con Giano bifronte), due pesi di basalto, frammenti fittili e un pavimento a pianta quadrata in opus  spicatum, pavimento che attesta la  presenza di una villa-rustica o piccolo vicus romano affiancato all'area

cultuale. Altre strutture di edifici legati a fattorie romane di età imperiale sono segnalate ad Apignano e nelle località S. Salvatore e Borgo S. Maria. Ad Apignano, il cui nome tradisce un prediale tardo Appinianus, furono rinvenuti in passato resti di un abitato rustico romano e del relativo sepolcreto che ha restituito un frammento di cippo in calcare con iscrizione [….)sai/ l.i.App[inianus?]. Anche nella località S.Salvatore sono segnalati i resti di un piccolo insediamento rustico romano che ha restituito ceramica africana e comune decorata a pettine.

    Sul sito del Borgo S Maria sono attestati materiali lapidei, capitelli e rocchi di colonne, mentre nell'interno della chiesa di S. Maria il Lucuiano sono presenti un capitello corinzio in marmo bianco e lastre di pietra riutilizzate come altari. E' possibile che i materiali appartengano ad una vicina villa romana di età imperiale visto che il toponimo Luquiano è di origine prediale. Della chiesa di S. Maria de Luquiano abbiamo attestazioni nella Bolla di Alessandro III all'abate di S. Giovanni in Venere del 16 giugno del 1176: da S. Giovanni in Venere passò poi nelle dipendenze di S. Maria di Montesanto e successivamente al patronato degli Acquaviva, ma i suoi rettori furono sempre nominati dall'Abate fino al tardo secolo XVI (Mon.Ben., 60).

In età medievale il territorio, come abbiamo già visto, è occupato dalle chiese e corti di S. Giorgio di Collina e S. Maria di Luquiano affiancate dai rispettivi monasteri benedettini. Mentre di S. Giorgio restano i soli ruderi, di S. Maria è visibile la sua ristrutturazione dei secoli XIII-XIV, facciata semplice con campanile sulla destra e portale con arco a sesto acuto: nell'interno, oltre i materiali già descritti, è presente una vasca, ornata sul fondo da un vitellino a rilievo, usata come acquasantiera. Altra chiesa, però del tardo medioevo, è quella di S. Donato presente nel Piano della Fiera, edificata nel XV secolo e ristrutturata nel secolo successivo. Si presenta come una chiesetta rurale ad una sola navata con, nell'interno, una tela settecentesca raffigurante la Vergine con i Vescovi S. Biagio e S. Nicola e, in basso, S. Donato. Agli stessi monaci che risiedevano nel monastero di S. Maria di Luquiano apparteneva anche l'incastellamento di


    Castiglione Messer Raimondo, citato come" costellum Castilioni" in un documento nel 1047 conservato a S. Giovanni in Venere. In età normanna, nel 1150-1167, Castiglione e Apignano sono nominati come castelli della Contea di Penne appartenenti a Galgano, fratello di Oderisio di Collepietro: Castellionem era feudo di due militi (circa 260 abitanti), mentre Apignanum era feudo di un solo milite (circa 130 abitanti) (Cotal/.Bar., 1184). Nel 1193 Castiglione viene devastato dalle truppe normanne di Enrico IV; successivamente compare nel Diploma di Carlo I d'Angiò del 1273 come Castellionum domini Raonis (Far., 77). In età rinascimentale Castiglione, e il suo territorio, viene acquistato per 2300 ducati dalla città di Penne (nel 1418): poi,dal 1526 al 1563,diventa feudo degli Acquaviva e cambia il suo nome in Castiglione Messer Raimondo; pochi anni dopo, nel 1567, passa nelle mani del Barone Agostino Scorpione di Penne.

Del recinto murario medievale originario di Castiglione non rimangono più tracce; le attuali fortificazioni risalgono al XV secolo, presentano ampie ristrutturazioni settecentesche e obliterazioni parziali dovute all' edilizia moderna. Nell'interno del paese è la chiesa settecentesca di S. Nicola di Bari o S. Donato che conserva al suo interno, oltre che le spoglie di S. Donato martire, una interessante "Croce processionale" in argento e rame dorato di scuola sulmonese del quattrocento, raffigurante Cristo crocifisso e seduto con S. Maria e S. Giovanni e figure dei quattro Evangelisti.

Del borgo fortificato di Apignano rimangono fortificazioni di età rinascimentale, periodo in cui venne espugnato dal Conte Francesco Sforza (nel 1439), con interventi nel seicento. I resti del nucleo più antico (XII-XIV secolo), detto Castello, sono ancora parzialmente visibili, perché in parte riutilizzati dall’edilizia moderna.

 

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