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  Comune di Canzano
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Sulle alture situate a nord della valle del Vomano a quota 463 è posto Canzano, il cui territorio apparteneva anticamente ai Pretutii ed al successivo municipio romano di Interamnia Praetuttiorum.

In età preistorica le sue alture furono probabilmente abitate come testimoniato dal ritrovamento di alcune punte di frecce in selce nell'area compresa fra Canzano e Castellalto. Successivamente, nel IX e fino al VI secolo a.C., sul versante meridionale della collina su cui sorge il paese è documentata (in località Gerenzano) una grande necropoli che, nel 1929/30, ha restituito circa cento tombe con sepolture contenenti armi in ferro (spade e pugnali), scudi (probabilmente dischi-corazza), materiali ceramici, oggi tutti dispersi. Data la presenza della necropoli arcaica è possibile che il sito dell'attuale paese sia stato sede di un centro fortificato dei Praetuttii.

Nella successiva età romana abbiamo, sullo stesso versante già descritto in località Macera, una villa rustica con strutture in opera incerta e pavimenti a mosaico, di cui rimangono visibili frammenti ceramici di dolia e due grandi capitelli. Nella zona di pianura, posta fra la statale e il corso del Vomano, furono rinvenuti alla fine dell'ottocento resti di una villa rustica di età imperiale romana con ambienti pavimentati in mosaico ed una vicina cisterna mononave coperta a volta e rivestita internamente da coccìopesto. La villa doveva essere affiancata da una necropoli che ha restituito una sepoltura della prima età imperiale contenente, come obolo a Caronte, una moneta di Nerone. Sul versante sud del Tordino presso la stazione FF.SS. di Canzano-Castellalto, fu rinvenuto un "ripostiglio", probabilmente di tarda età romana, contenente un candelabro con  superiore lucerna in

bronzo ed un piatto di bronzo decorato in superficie da tre ordini di foglie concentriche.
Le prime notizie su Canzano nel medioevo le abbiamo in età  normanna, nel  1150-1167, in cui è nominato il castellum di Cansanum posto nella Contea Aprutina e feudo di tre militi (circa 375 abitanti) di  Mactaleone; altro castello del territorio di Canzano era quello di Montem Sancti Petri (ora Montepietro), feudo di due militi circa di Todemario Gualtieri (Catal. Bar., 1073, 1047). Successivamente Cansanum compare nel Diploma di Carlo I d'Angiò del 1273 insieme a Mons Petri castrucij veterium de Aquaviva (Far., 77- 78). Nel 1276 passa sotto il dominio degli Acquaviva con il matrimonio di Gualtieri Acquaviva con Isabella figlia di Bartolomeo di Bellante, feudatario di Canzano. Successivamente viene inserito nello stato di Atri degli Acquaviva fino al tardo cinquecento, come provato da documenti del 1530 e 1595.

Dell'incastellamento medievale sono ancora visibili resti della fortificazione muraria in pietrame di arenaria non squadrato dovuto agli Acquaviva nel corso del XIV secolo; collegato alla recinzione muraria è il torrione a pianta circolare, con superiore apparato a sporgere dotato di beccatelli ed archetti a tutto sesto, databile al XV secolo.

Nell'interno del paese è la chiesa rinascimentale della Madonna dell'Alno, parrocchiale di Canzano fondata, come Oratorio, nel 1526 data l'apparizione miracolosa della Madonna nei pressi di un ontano (alnus in latino). Dell'edificio originario rimane soltanto il portale, mentre la facciata e l'interno sono settecenteschi e il campanile del 1810. Nell'interno sono conservate: una pregevole acquasantiera seicentesca, un


reliquiario ligneo settecentesco e tele del XVII e XVIII secolo, fra cui spicca la Madonna del Rosario con Santi, attribuibile alla bottega del Solimena. Sulla circonvallazione  settentrionale è visibile, in pessime condizioni, la cappella barocca dell'Annunziata. Fuori dell' abitato è la chiesa benedettina farfense di San Salvatore: S. Salvatoris de Cansanum, fu cella di S. Salvatore a Bozzino (Roseto) e quindi dipendenza di S Salvatore in Concerviano (RI) nel secolo XI (Mon.Ben., 35). Attualmente rimane la struttura basilicare romanica duecentesca con tre navate interne senza transetto e con grande abside sul fondo della navata centrale. La facciata presenta un semplice portale romanico con raffigurazioni dei simboli degli Evangelisti. Nell'interno sono visibili affreschi duecenteschi, una Madonna con Bambino in trono della prima metà del XVI secolo, una raffigurazione dei Santi Rocco e Salvatore della fine del cinquecento e, molto rovinati, tre figure di Santi non pienamente identificabili databili al XVII secolo.

Sulla Collina di S. Pietro è, in buone condizioni, la piccola chiesa (ora proprietà Cerulli-Irelli) ricordata nel secolo XIII col nome di Sancti Petri ad Palustrium.

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