Lungo il corso dell'alto Fino si erge su un piccolo colle
a quota 470, in ridente posizione panoramica, il paese di
Arsita, posto sui confini settentrionali del territorio
antico dei Vestini e del successivo municipio vestino di
Pinna.
Nel suo territorio sono genericamente segnalate, da
ritrovamenti avvenuti alla fine del XVIII secolo e nel
1896 (Not.Sc 1896, 519): tombe arcaiche che hanno
restituito fibule di bronzo con staffa a disco di VIII
secolo a.C. ed ornamenti della persona, armille ed
elementi di collana in bronzo di VI secolo a.C.; un'arula
in terracotta di produzione atriana del II secolo a.C.,
con raffigurazione di un combattimento fra un greco ed una
Amazzone; una necropoli di tombe a cappuccino con urne
cinerarie romane e corredi composti da lucerne, unguentari
a bottiglina in ceramica o in vetro di età augustea; resti
di edifici vari con pavimenti, condotte idrauliche in
piombo, statuine bronzee votive e monete romane.
In passato chiamata, fino al 1905, Bacucco, essa
conserva nella parte alta il medievale impianto del
cosiddetto "Castello Babucco"
appartenuto prima ai Conti
di Chieti, poi ai monaci di Montecassino, ai Signori di
Bisenti, agli Acquaviva e poi al feudo di Casa d'Este.
Bacucco, nome che significa "Castelletto" o
"(insediamento di) capanne di frasche", e Arsita,
nome che significa "(luogo) arso" o "bruciato", in realtà
vengono citati insieme già a partire dall'XI secolo: nella
cessione ai monaci di Montecassino dell'ottobre del 1085
del conte teatino Trasmondo di tre castelli, fra cui
Bacuccu ed Arseta, posti nella Contea di Penne
(Chron. Casin., III, 56); |
nell'anno 900 in cui Bacucco fu uno dei pochi
castelli che resistette valorosamente all'attacco dei
Saraceni; nel 1150-1167, in piena età normanna, in cui
Babuc(co) risulta essere possesso di Oderisio di
Bisenti come feudo di due militi (circa 260 abitanti)
posto nella Contea di Penne (Catal.Bar., 1186); nel
1273 nel Diploma dato ad Alife da Carlo I D'Angiò,
Bacuccum e Arsita cum Podio (Far., 77); nelle
decime vaticane del 1324, "in Bacuccho" e "ecclesia
S. Iohonnis de Arsita"(Rat.Dec., 2962, 3084);
nel 1599 Bacucco venne esentata da dazi e gabelle per i
servizi resi alla città di Teramo. Come si evince dai
documenti i due insediamenti dovevano essere vicini e,
forse, complementari: il primo riferito al sito dell'incastellamento
attuale, mentre il secondo è probabilmente riconoscibile
sulla "Cima della Rocca" (quota 923) con la sottostante
chiesa di S. Giovanni, sull'attuale "Colle di S. Giovanni"
(quota 729). A Bacucco apparteneva nel Rinascimento anche
la vicina Roccafinadamo (Rocca Filiorum Adami),
sopravvivenza della vecchia Arsita il cui primitivo
incastellamento è riconoscibile sulla "Cima della Rocca"
su un precedente ocre italico dei Vestini.
Del piccolo Castello Bacucco rimangono alcune parti
del recinto murario (XII-XIII secolo) rafforzato da torri
ad "U" e da una torre angolare circolare sul settore nord.
Probabilmente nel corso del settecento il complesso
fortificato, riferibile ad un piccolo castello-recinto
apicale, fu trasformato in residenza nobiliare, aspetto
che conserva ancora oggi anche se gravemente mutilato in
alcune sue parti da un avanzato stato di abbandono. |
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Nell'interno del centro storico è presente la chiesa
di S. Vittoria dalla facciata
ottocentesca (mai finita) che ne copre una precedente
settecentesca con portale ancora in vista. L'interno
ad unica navata presenta una tipologia settecentesca,
edicole laterali contenenti statue (fra cui quella di
S. Nicola di Bari, Patrono di Arsita) ed un quadro
ovale dell'epoca che rappresenta S. Vittoria
sovrastata dalla Madonna delle Grazie. All'esterno
parzialmente conservata è la cappella gentilizia
settecentesca della SS. Trinità che presenta il
portale con ante lignee a formelle con raffigurazioni
di figure di angeli e mostri marini di tipico gusto
popolare.
Fuori del paese sulla strada che porta verso Penne è
la ormai fatiscente chiesa cinquecentesca di
S.
Maria d'Aragona
con evidenti aggiunte moderne sul
fronte principale e lesioni strutturali sui Iati
lunghi: da questa chiesa viene una bella terracotta
dipinta abruzzese del XVI secolo di "Madonna con
Bambino" in grembo con mani snodabili e bambino
mobile, realizzata nel 1531 e restaurata pesantemente
negli anni 1876/1909 e 1931, ora conservata nella
chiesa parrocchiale. |
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