alla scoperta del territorio attraverso il Centro Documentale
Le Genti vissute nella Valle
del Tordino e sui Monti della Laga
Intervista all’ ideatore e curatore della mostra Gino Di Benedetto
Approfondimenti
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"Ma voi ci pensate come vivevano le genti della Laga? Come si svolgeva la loro giornata? E quando faceva la neve, d'inverno, in montagna si rimaneva isolati per settimane; questa gente cosa mangiava, come si riscaldava, come si lavava. Ma pensiamo anche alla transumanza: i pastori, povera gente, per mesi lontani da casa, soli, come vivevano? Cosa facevano durante la giornata, come passavano il tempo?".

A porsi queste domande è Gino Di Benedetto, artigiano di Torricella Sicura che con grande passione ha raccolto, per rispondere a questi interrogativi, la vita del passato, delle genti che hanno vissuto sulle nostre montagne, sul Gran Sasso e sui Monti della Laga: "Negli anni, fin da quando ero poco più che un bambino - ci racconta - con impegno e tenacia ho cercato, capito, ricostruito gli oggetti del tempo che fu".

"Non riesco a pensare ad altro - continua Di Benedetto - devo dare contenuto al nostro passato, e cerco di farlo, calandomi nella realtà del tempo ponendomi le stesse domande che si ponevano quelle genti: come vivere, cosa mangiare, come lavarsi, come riscaldarsi". Tutta la raccolta viene conservata nella abitazione privata di Di Benedetto, in attesa che qualche amministratore illuminato gli conceda il giusto spazio e le giuste risorse.

"Intanto, in occasione dello scorso Natale - ci dice - ho esposto una parte dei museo Borgo Antico unitamente al Presepio delle Genti della Laga, che ha riscosso grandissimo successo.

Il presepio delle genti della Laga, messo in piedi in poco più di un mese nei locali sottostanti il Municipio di Torricella Sicura ha avuto circa 10.000 visitatori, un numero oltre le più realistiche aspettative". Adesso i locali del Comune sono utilizzati per altri scopi, e il presepio e il museo di Di Benedetto son tornati presso la sua abitazione.

La sera, con il crepitio del camino sullo sfondo, nella ampia e suggestiva taverna, Gino insegna ad alcuni ragazzi i segreti del mestiere. Già perché oltre a raccogliere i pezzi di un tempo che fu, Gino è un abilissimo artigiano che costruisce e ricostruisce scene e ambienti del tempo di una volta: così possiamo ammirare affianco ad un antico frantoio oleario originario del 1695 anche dei modellini di abitazioni tipiche della Laga ai tempi dei Longobardi.
Ci sono utensili di ogni tipo, oggetti che forse neanche i nostri nonni ricordano, vecchie stampe, e poi un percorso tematico, dal fabbro al contadino, dal
falegname al ramaio, al ceramista: migliaia di pezzi, piccoli, grandi e piccolissimi, tutti originali.


Nella foto Gino Di Benedetto

"Ringrazio la mia famiglia - conclude Di Benedetto - per il contributo sempre prezioso, ma ringrazio anche i tanti amici che mi hanno aiutato a portare avanti il progetto”.

"E' possibile avere informazioni sulla collezione etnografica anche sul web ci dice il prof. Lucio De Marcellis a margine di questa intervista - Sono benvenuti tutti coloro che possono contribuire alla realizzazione del grande Museo etnografico delle genti vissute nella valle del Tordino e sui Monti della Laga".

Gino Di Benedetto è un bravo artigiano, ricco nel cuore, pieno di idee. Un uomo che non ha esitato a trasformare la sua abitazione in una casa-museo e impiegare tempo e risorse per una giusta causa.

                            
   Giustino Perilli